Che cos’è la disortografia?
La disortografia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che riguarda la scrittura, in particolare la trasformazione da lingua orale a testo scritto. La disortografia, come gli altri DSA, è definita a livello legislativo nell’articolo 1 della legge 170 del 2010:
“Si intende per disortografia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica.”
La disortografia è un disturbo specifico dell’apprendimento, quindi un disturbo di origine neurobiologica che rappresenta un carattere innato dell’individuo. Non si tratta di una patologia o di un deficit intellettivo ma di una difficoltà specifica relativa a un aspetto dell’apprendimento, in questo caso la scrittura. Un disortografico ha difficoltà nel trascrivere in simboli grafici i suoni che compongono le parole ascoltate oralmente. La disortografia si manifesta quando il bambino comincia ad apprendere la scrittura, quindi tra il primo e secondo anno della scuola primaria.
Quali sono i campanelli di allarme per riconoscere la disortografia?
Spesso gli elementi tipici in disortografia che fanno da «campanello di allarme» sono:
- Sostituzione di grafemi. Esempio: “banbino” al posto di “bambino”.
- Inversione di grafemi. Esempio: “pisichiatra” al posto di “psichiatra”.
- Errori nelle doppie. Esempio: “pala” al posto di “palla”.
- Fusioni: Esempio: “doro” al posto di “d’oro”.
Cos’è la disgrafia?
La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento della scrittura che interessa la competenza grafo-motoria, per cui comporta una difficoltà nell’atto effettivo di scrivere. A livello neurobiologico nei bambini disgrafici le capacità coordinative non sono completamente integrate ai processi di elaborazione del linguaggio.
Come posso capire se mio figlio è disgrafico?
È al secondo anno della scuola primaria che i bambini disgrafici manifestano in modo più chiaro le difficoltà. La diagnosi si effettua quindi proprio dalla seconda primaria, mentre prima dei sette anni, possiamo individuare dei segnali, indici di rischio di disgrafia.
Non tutti i bambini che scrivono male o che faticano a imparare a scrivere sono disgrafici. La diagnosi di disgrafia deve infatti essere effettuata da specialisti. I genitori però dovrebbero saper riconoscere i segnali che possono far nascere il sospetto di un DSA, in modo da poter richiedere questa diagnosi quando necessario.
Quali sono i campanelli di allarme per riconoscere la disgrafia?
I segnali indicativi sono:
- Fatica nello scrivere (lentezza, difficoltà nell’impugnatura, eccessiva pressione della penna sul foglio).
- Un’organizzazione disordinata dello scritto sul foglio (testo che esce dalle righe, spaziature irregolari, caratteri che si sovrappongono).
- Difficoltà nel tenere in mano la penna.
- Difficoltà nella riproduzione grafica dei numeri.
- Uso improprio delle righe e quindi una scrittura di tipo “fluttuante” sul foglio.
- Sovrapposizione delle lettere.
- Interruzioni nel tratto, scattosità e molta distanza tra le parole.
- Numeri scritti in modo approssimativo e spesso sovrapposti o reinterpretati.
- Poca propensione a scrivere in modo ordinato e seguendo un filo logico sul foglio.
Bisogna però ricordare che anche nei bambini più piccoli di età prescolare è possibile notare alcuni segnali tipici, come una difficoltà nel disegno accentuata, eccessiva lentezza, fatica nell’impugnare la penna o la matita.