Introduzione – Che cos’è il picacismo?

Il picacismo, anche definito pica o allotriofagia, è un disturbo del comportamento alimentare che spinge a mangiare cose non commestibili. Si tratta di una voglia incontrollabile, regolare e continua di ingerire sostanze non digeribili. La caratteristica essenziale del picacismo è la tendenza a ingerire sostanze non nutritive e non alimentari. Le sostanze tipicamente ingerite variano in base all’età e alla disponibilità. Un bambino con picacismo tende ad ingerire sostanze non commestibili come per esempio terra, sassi, vernici, detersivi, sapone, carta, capelli, come se fosse spinto da un impulso irrefrenabile. La dicitura “non nutritive” viene inclusa perché la diagnosi di pica non va applicata quando sono ingeriti prodotti alimentari che hanno un contenuto nutrizionale minimo. Di solito infatti il bambino con picacismo non manifesta avversione nei confronti del cibo in generale.

Quando è possibile fare una diagnosi di picacismo?

Il picacismo si manifesta più frequentemente in età evolutiva, ovvero in bambini dai 3 ai 6 anni, ma può comparire per la prima volta anche durante l’adolescenza o l’età adulta (in questo caso spesso è associata alla disabilità intellettiva). Una diagnosi di picacismo può essere infatti effettuata solo per bambini a partire dai tre anni, ovvero solo quando l’ingestione di sostanze non nutritive e non alimentari si manifesta in un’età inappropriata rispetto al livello di sviluppo dell’individuo. Per i bambini al di sotto dei 2 anni infatti questa tendenza è assolutamente normale perché in questa fascia di età mettere in bocca un oggetto, vuol dire esplorarlo e conoscerlo. Affinché si possa parlare di picacismo è necessario anche che questo atteggiamento non sia occasionale, ma che si manifesti in maniera continuativa per un periodo di almeno un mese.

Criteri diagnostici

Il DSM5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) definisce i criteri diagnostici del picacismo. Di seguito sono elencati quali possono essere i segnali da osservare per valutare una diagnosi di pica:

  1. Persistente ingestione di sostanze senza contenuto alimentare, non commestibili per un periodo di almeno un mese.
  2. L’ingestione di queste sostanze è inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo dell’individuo.
  3. Il comportamento di ingestione non fa parte di una pratica culturalmente sancita o socialmente normata.

Dobbiamo tener conto che il comportamento di ingestione potrebbe manifestarsi all’interno del contesto di un altro disturbo mentale (per es. disabilità intellettiva, disturbo dello sviluppo intellettivo, disturbo dello spettro dell’autismo, schizofrenia). In questi casi non si parla specificamente di picacismo.

Quali sono le cause del picacismo?

Sebbene l’origine di questo disturbo non sia stata individuata in modo definitivo, è possibile distinguere diverse cause comuni. Nei bambini ad esempio può essere causato dal desiderio di attirare l’attenzione dei caregivers. Tuttavia può avere anche cause più importanti, come traumi subiti o esperienze di deprivazione materna, così come essere parte di un quadro di disturbo ossessivo-compulsivo. Può essere anche una manifestazione di ansia o di un’incapacità di gestire le emozioni. Infine il picacismo potrebbe rappresentare un sintomo che indica la presenza di disturbi come la schizofrenia o il ritardo mentale. I disturbi che si manifestano più frequentemente con la pica sono:

  • Disabilità intellettiva;
  • Spettro autistico;
  • Schizofrenia;
  • Disturbo ossessivo-compulsivo;
  • Tricotillomania;
  • Disturbo da escoriazione

Come intervenire?

I genitori di un bambino che abbia superato l’età dell’esplorazione orale, quindi di età superiore ai tre anni, che si accorgono della presenza di atteggiamenti associabili al picacismo nel figlio devono rivolgersi ad uno specialista, o meglio ad un equipe di neuropsichiatria infantile. È necessaria infatti un’attenta osservazione da parte di professionisti per poter svolgere una valutazione dettagliata del comportamento e riuscire a definirne la causa.

La terapia per i bambini consiste nel modificare l’abitudine a mangiare sostanze che potrebbero essere pericolose per la salute attraverso tecniche ed esercizi cognitivo-comportamentali che si basano sul rinforzo positivo. Queste terapie sono finalizzate a disabituare il bambino al comportamento disfunzionale rinforzando il comportamento alimentare sano con lodi, gratificazioni, ecc. .

Per capire come intervenire e quindi individuare il trattamento terapeutico più adatto, è importante mettere a fuoco il meccanismo che sta alla base del comportamento manifestato. L’osservazione e la valutazione diagnostica saranno fondamentali per aiutarci a stabilire se il bambino presenta il comportamento perché vuole attirare l’attenzione, perché sta vivendo un momento di disagio in cui non riesce a capire quali emozioni gli appartengono, oppure se c’è un’esperienza traumatica che deve elaborare.

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